La classe operaia va in paradiso, ma non su facebook

La classe operaia va in paradiso. Gian Maria Volontè

Tempo fa, a chiacchiere con un po’ di persone, ho fatto una riflessione a bruciapelo. In Italia ci sono, in media, (quasi) tre morti sul lavoro al giorno. Non ho visto nessun profilo facebook che avesse come immagine una sola foto di un operaio, di un macchinista, di un muratore, un piastrellista morto mentre lavorava.

Né ho visto aggiornamenti di stato che dessero l’ultimo saluto a questo o quell’altro sconosciutissimo operaio. Questo mentre vedevo la faccia di Marco Simoncelli su decine di profili di persone sicuramente a lui ignare.

Mille morti l’anno è una guerra perdio ed io sono un pazzo fottuto che con una guerra in corso vado ancora in giro disarmato, un pazzo, un pazzo fottuto

Anche lui lavorava, un lavoro rischioso. Sulla carta molto rischioso. Marco Simoncelli lavorava come Andrea Guagliardoni o come Marinel Lingurau che sempre sulla carta facevano un lavoro meno rischioso, meno pagato e forse meno ambito alla stessa età.

Non so se sarà per questo o perché non erano mai stati intervistati da nessuno che non meritano di entrare nel piccolo, grande circolo di esaltazione mediatica formato facebook, ma intanto gli aggiornamenti di Cityville abbondano e anche oggi tre operai ci hanno lasciato.

E dovremmo pure dirgli grazie perché offrono lavoro

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