Dopo aver camminato a Roma (e quanto!), Firenze e Siena aver visto un annuncio così non mi è parso il vero: walking tour a New York ad Harlem con tanto di guida super. Non c’ho pensato un attimo e dopo un sabato da ben 14km (sì a New York si cammina molto) ho fatto doppietta con una domenica da nove chilometri e mezzo.
Così ho scritto subito a Ricky, aka NY Groove, fissando l’appuntamento per il giorno dopo. Un tour per le strade di Harlem, là dove Malcolm X ha vissuto, Fidel Castro si è accasato per un periodo, Barack Obama ha mangiato pollo fritto.
Siamo partiti il giorno di Pasqua con la messa gospel delle 11 alla Second Canaan Baptist Church, qui si respira l’aria delle persone che vivono il quartiere, quelle che sembra non gliene freghi nulla che tu sia lì anche se invece gliene frega (e ti notano).
Ricky ci dice che è la chiesa più verace, la meno commerciale perché le altre (ne ha girate diverse per Harlem) sono fin troppo organizzate: fai la fila (spesso per ore), prendi la busta per le offerte, fai l’offerta, ti metti a sedere, ascolti la funzione, non ti muovi finché non hanno finito e dopo tre/quattro ore, finito tutto, puoi andare.
Santo business.
La messa è tanto colore, tanta musica, tanti balli e qualche preghiera: non è la prima volta per me, ma questa è stata decisamente la più singolare (vera?).
Come nei migliori (blog) tour ci muoviamo in direzione Sylvia’s Restaurant dove, mi spiega Ricky, Obama era solito mangiare pollo fritto. Non so se tifare per lui con il pollo o per Underwood con le costolette. Comunque non ci passiamo al ristorante già caotico di norma, figuriamoci a Pasqua, così andiamo avanti.
A Central Harlem troviamo l’Apollo Theater, Lenox Lounge, Hotel Theresa. Posti toccati dalla storia per i concerti che si sono tenuti (ho scoperto che all’Apollo hanno cominciato la loro carriera Billy Holiday, Lauryn Hill, Sarah Vaughan, Stevie Wonder), per una visita, per due anche tre rendez vous di quelli importanti; qui mi pento di non aver mai studiato quella benedetta autobiografia di Malcolm X che non ho mai aperto e di non saperne di più della storia americana (al Theresa hanno realizzato convention o solo posato le nobili chiappe persone tipo: Castro, Kennedy, Ali, Armstrong, Hendrix e il grande “Fratello Predicatore Malcolm”).
Spostandoci a West Harlem visitiamo poi la chiesa di St John The Divine e poi chiudiamo con la Columbia University.
La prima è opera incompiuta tant’è che è chiamata anche “St. John the Unfinished” e ho scoperto che i lavori per la sua costruzione cominciarono esattamente dieci anni dopo quelli della Sagrada Familia. Il collegamento è stato immediato, per noi europei almeno 😀
L’ultima fermata del breve tour (breve rispetto a quelli a cui mi sono abituato in questi anni di lavoro, ma si parla sempre di quattro ore di camminata) è stata la Columbia University, praticamente il tempio del giornalismo (non solo, ma per uno come me lo è!), infatti il corso di giornalismo venne sponsorizzato (in seconda battuta) da Joseph Pulitzer (sì quello del premio) che mise in mano al rettore dell’epoca (i corsi cominciarono nel 1912) un monte di dollari, che vennero accettati al secondo tentativo.
Pulitzer che peraltro ha contribuito alla realizzazione del piedistallo della Statua della Libertà con il suo giornale, il World (non ricordo se con questo o con il St. Louis Dispatch) dando vita a quella che forse fu la prima azione di crowdfunding della storia: raccolse infatti donazioni attraverso il giornale chiedendo ai singoli lettori di inviare un’offerta libera, arrivarono molte donazioni anche da un dollaro che ai tempi non era poco (non ho trovato fonti online su questo, ma fa parte del bagaglio culturale che mi porto dietro dalle lezioni di giornalismo dell’Università).
Ah Pulitzer era un immigrato ungherese. Per dire.
Ma questa è davvero tutta un’altra storia.