Bene visto che di parole ne sono state spese e se ne spenderanno tante sull’avventura pisana, sul suo programma, sulle cose belle da non perdere, io ho deciso di raccontare la tre giorni al di là della promozione territoriale, al di là del social media team. Anzi dentro direi. Vi racconterò infatti la mia avventura.
Tutto è cominciato di lunedì, sì lunedì. Dopo aver fatto (o meglio aver mantenuto la promessa di) una serata a sorpresa a Lucca, neanche il tempo di rifare la valigia che sono ripartito martedì primo pomeriggio verso Pisa. Passando per Firenze la notte prima.
Prendi il terno, muoviti, parti. Trenitalia che passione. Viaggia, fermati all’Hotel la Pace. Lì incontro Andrea e cerco Alberto, grande Alberto! Il cameriere più schicchettoso dell’albergo. Poi Simone, sempre gentile.
Dopo aver salutato lo staff, posa le valigie prendi, lavora con Andrea per gli ultimi dettagli. Tempo di due chiacchiere e la notiziona: la sala di domani ha internet. Sembra di essere nel medioevo che ancora ci sono problemi di connessione, ma pare tutto risolto grazie a Maria (dell’Ebtt).
Cena, giro in città per attaccare gli adesivi e via a letto.
Il giorno dopo è il momento del corso di formazione di Kuddle Network. Parla con il tecnico della sala per il corso. Internet non funziona. Strano. Ci vuole l’host, l’ip corretto. Si passa dal router mica storie. Allora c’è da inserire questo qui, al posto di questo mentre prendi la linea e se hai problemi mi chiami ok? No, non è ok, ma sei gentile lo stesso. Alla fine tutto si è risolto.
Nel frattempo arrivano anche i primi blogger. E allora vai, twitta, dai il benvenuto, scrivi, prendi appunti, rispondi alle email. C’è un problema con il computer del collega: sistemalo, provaci. Niente. Chiama il tecnico. Il tecnico arriva, flash a confronto è un artritico. Computer sistemato e internet riprende a funzionare. Si riparte. Vai twitta, dai il benvenuto ai blogger e prendi appunti.
Pranzo: fantastico, la Pergoletta la consiglio a tutti. Colori fantastici, bella atmosfera e cucina ottima.
Si ritorna al corso, tempo di arrivare alle 18 e non c’è più nemmeno un secondo da usare e il corso finisce su Flickr. La giornata no, non finisce.
Alle 19 e 30 ci vediamo tutti in piazza XX Settembre per cominciare il tour in battello, appuntamento che poi slitta lì direttamente al battello causa tempi strettissimi.
Arrivano tutti? Ci siamo? Ok si parte. La gita in battello è affascinante e Vincenzo, la nostra guida, si rivela molto bravo e preparato. “10 anni di teatro mi hanno aiutato” confesserà poi. Ma il poi deve ancora arrivare. Adesso è tempo di due giri in battello, andata e ritorno pieni di storie, racconti e chicche che Vincent (vi ricordate Vincent Vega di Pulp Fiction?) non si risparmia.
Vai twitta, fai foto, prendi appunti e versa lo spumante per tutti.
Finita la gita in battello di corsa al ristorante Galileo. Anche lì si mangia strabene, tappa obbligatoria! Ed Enzo è da conoscere. Se poi accompagnate la cena con i vini di Fibbiano è super. Matteo, il titolare della tenuta, ci mette passione e la sa trasmettere. Soprattutto se sono tutti in compagnia del suo vino 😉
Il giorno dopo tutti muniti di maglietta ufficiale, via per il momento più tosto: il giro turistico nudo e puro. Allora via per i musei, per la piazza del Duomo, per l’Opera Primaziale.
Vai twitta, fai foto, prendi appunti e sorridi, c’è anche la fotografa ufficiale.
Adesso è tempo di pranzare. Cibo, ancora. Fa troppo caldo per me e la ribollita non va giù, il baccalà tanto meno e la pasta è giusto quello che ci voleva. Da Bruno ci si va pesante.
Ci raggiunge anche Vincent: e allora vai twitta, fai foto. Proprio qui ci confesserà del suo passato da teatrante.
Tempo di buttar giù il sorbetto e bisogna ripartire. Pronti. Giro con il Sightseeing Bus: direzione Certosa di Calci. Ci accompagna Vincent, durante il viaggio provo a dormire, ma l’autista non lascia dubbi: “Occhio che i rami in faccia fanno male”. Controindicazione dei bus turistici senza tetto. Niente pennichella.
Arrivati alla Certosa ci accolgono le guide per la visita al museo della scienza, il primo in Europa per reperti esposti. L’ambiente di tutta la struttura è tanto affascinante quanto surreale, lì ai tempi si stava in silenzio tutto il giorno. E si vede.
Divisi in due gruppi visitiamo la parte dedicata agli animali di terra e all’acquario. Usciamo e Vincenzo ci racconta un po’ della vita di clausura che un tempo si faceva lì. Era proibito parlare. Sempre. Da brividi.
Finito il giro di corsa sul bus. Anche qui provo a dormire, ma niente. Tra vento e sole non se ne parla. Passo.
Arrivati in stazione a Pisa tutti in albergo per sistemarsi e tornare in centro pronti per godersi la Luminara dal terrazzo dell’Hotel Victoria. Entriamo e ci accoglie un buffet, ma quello che interessa è raccontare la Luminara. Andiamo subito a cercare il terrazzo e a prendere posizione, avevamo già annusato che ci sarebbe stata bagarre per ottenere un posto. Così è stato.
Più si avvicina il passaggio di San Ranieri più l’ambiente della terrazza si popola. La festa è sentita e la posizione dall’alto la più ricercata. Si sta stretti, ma ci godiamo lo stesso il passaggio del Santo e i fuochi d’artificio.
Era la prima volta per me alla Luminara e devo dire che è stato uno spettacolo che ha meritato davvero: sforzi, ore di sonno, fatica e twittate infinite 😉
A fine evento ci vogliamo concedere una pausa tra blogger, ma nemmeno il tempo di uscire dall’Hotel Victoria che intoppiamo Andrea con un ospite inatteso: il sindaco di Pisa accompagnato dall’ambasciatore dell’Unesco.
Spieghiamo al sindaco il progetto del Social media team e lui pare interessato, come anche l’ambasciatore Unesco. Finiti i saluti istituzionali, via per una serata in strada in mezzo al caos. Anche dopo la Luminara merita di essere vissuta 🙂
Si finisce con due chiacchiere tra Toshi, Danilo e Serena e poi a letto.
Poche ore di sonno e tutti sugli attenti: è tempo del parco di San Rossore. Anche qui tra Mucchi pisani, cavalli e una bella passeggiata l’esperienza è stata davvero bella. Ogni tanto ci vorrebbe un ambiente così, fuori dal tempo.
Il nostro trenino tschu-tschu come ci ha portato così ci riaccompagna verso Poldino, dove mangeremo. Forse per la stanchezza,
forse per il troppo caldo, o per il raffreddore appena preso non mi gusto niente. Un peccato vista la pasta con cacciagione e il daino con patate che mi sarebbe piaciuto assaggiare.
Il trenino ci riporta all’hotel la pace, ormai centro operativo del social media team, lì arriviamo stanchi, ma contenti. Un’altra avventura è finita e già un pizzico di nostalgia si fa sentire.
Alla prossima Pisa.