Dopo lo scorso anno tornare alla Mostra dell’artigianato è stata una bella curiosità da togliere. Sono tornato volentieri, questa volta armato di smartphone (caricato due volte), macchina fotografica e computer, per vedere quanto e come è cambiata la mostra. Poco nel modo di esporre, molto nei contenuti.
Così, complice anche la rete wifi gratuita e libera, ho dedicato tweet, foto e il mio racconto in diretta, a tutta la fiera. O meglio ad una parte.
Mi sono concentrato sul padiglione Spadolini, prima però ho partecipato al breve workshop dedicato alla figura degli artigiani al tempo del web 2.0. Come cioè l’artigiano può sfruttare i social media per far conoscere la sua professione, trasmettere le sue competenze.
Finito il workshop via al padiglione centrale, quello più grande, dove sono esposti gli stand italiani e, al piano di sotto, internazionali.
Di quelli italiani ho visto, anzi mi sono concentrato 😉 , soprattutto su quelli dedicati al cibo. Ce n’è per tutti i gusti: dalla mozzarella di bufala campana, al peperoncino “bomba” calabrese, fino ai taralli pugliesi. Un insieme di sapori da tutte le regioni d’Italia. Il più scenico, forse anche per l’impatto che provoca all’entrata, mi è sembrato proprio quello pugliese (non è la prima volta che la Puglia mi colpisce).

Lo spazio pugliese all’interno del padiglione Spadolini
Ovviamente non c’è solo cibo, prodotti tipici locali, prelibatezze da ogni angolo d’Italia, ma anche stoffe, quadri, pelletterie, prodotti per la cura del corpo al naturale, bigiotteria, spazi per il relax.
Tra uno scroscio di pioggia e l’altro, un po’ per esterofilia e un po’ per curiosità, sono finito così a vedere anche il piano inferiore del padiglione, quello internazionale.
Si sente subito l’aria differente, sarà per i colori, sarà per la vivacità della gente africana, sarà per l’odore speziato che si sente quando si entra dal lato del paglione vicino al banco indiano, ma l’odore delle spezie d’oriente si fonde con l’aria leggera e pizzicante della giornata piovosa che trova un pertugio proprio perché vicino all’ingresso.
Insomma il benvenuto in Asia lo si nota subito, a partire dagli odori. Ma anche dai colori e soprattutto dalla musica. Un insieme di attrazioni alle quali non ho resistito!
Girando per gli stand ho trovato artigiani che lavoravano la terracotta, commercianti che vendevano borse in pelle e girando per l’immensa area, ho trovato anche chi vendeva tè marocchino. Fermata d’obbligo con spesa annessa 🙂
Niente male per cominciare la settimana, ottima idea per passarci un giorno di festa.